Logo Dolomiti Unesco: finalmente il vincitore
Come indicato nell’ultima riunione del Cda della Fondazione Dolomiti Unesco di alcune settimane fa, il 5 novembre avrebbe dovuto essere la data ultima utile per la presentazione e l’ufficializzazione del marchio Dolomiti Unesco. E così è stato: il logo che dovrà presentare le Dolomiti Patrimonio dell’Unesco è stato definitivamente scelto.
Il vincitore, Arnaldo Tranti Design di Saint Christophe (AO), è riuscito a sbaragliare le oltre 300 proposte giunte a Trento: il logo si presenta come un rettangolo orizzontale che gioca sulle tonalità del bianco e del rosso. Una forma ben definita che indica un territorio chiuso a protezione di un ambiente così unico e particolare.
Un disegno preciso e chiaro che riconduce alla geomorfologia e geologia delle Dolomiti, con tratti verticali netti interrotti da dei segni più leggeri e disordinati che indicano le balze e i terrazzamenti tipici di queste montagne Patrimonio dell’Umanità. E nel parte bassa del logo, un tratto più dolce e ricurvo che simboleggia le valli. Quattro sono le cime che rappresentano le Dolomiti e che indicano anche le quattro culture presenti sul territorio: quella italiana, tedesca, ladina e friulana.
Secondo classificato Enrico Belloni di Seregno (MB) e terzo classificato Diego Moreno di Modena.
Il logo vincitore ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni. Tanti, anche i nomi illustri come Oliviero Toscani e Reinhold Messner, hanno espresso il proprio parere. Dopo giorni di accuse e assoluzioni, Arnaldo Tranti ha deciso di rispondere e di spiegare il percorso che lo ha portato alla realizzazione del logo che rappresenta le Dolomiti Patrimonio dell’UNESCO.
Di seguito riportiamo un breve estratto della risposta del designer: “…é fisiologico che un logo non piaccia a tutti, pertanto quando mi hanno chiesto cosa ne pensavo della rivolta di alcuni, dicevo: è normale. Ognuno di noi ha un’immagine delle Dolomiti legata alla propria esperienza emozionale e questa emozione non può diventare linguaggio, né tantomeno logo. La percezione della natura è più semplice del linguaggio perchè non ha mediatori, è diretta, arriva alla pelle…”
Un altro interessante punto di vista è quello espresso da Corrado Binel, in una lettera aperta ai lettori e ad Arnaldo Tranti. Una riflessione profonda che cerca di fornire un’analisi critica sul perchè di questo logo, così tanto discusso, che inizia così:
“In fin dei conti si apprezzano soprattutto le cose che si capiscono. Nel dibattito architettonico contemporaneo il concetto di “legittimità” ha assunto una forza straordinaria su cui si può discutere ma che è innegabile. Chi lavora come te nel campo dell’immagine, della comunicazione e quindi del segno, talvolta sottovaluta questo aspetto nel proprio operato…”
A seguito delle polemiche che il logo di Tranti ha sollevato, ad alcuni mesi dalla sua elezione a vincitore, la Commissione della Fondazione Dolomiti Unesco ha richiesto all’artista delle modifiche al logo, che pare abbia smorzato il clima di negatività che si era creato.
Fonte: www.dolomiti.it